Certamente, l' Arte della Comunicazione mediante il Corpo, non è rimasta isolata esclusivamente in queste Leggendarie Civiltà.

Anche altri Popoli - ovviamente ed a Livello Globale - hanno intrapreso la Bellissima e Straordinaria Cultura Coreografica del Tatuaggio: mediante una Ricca e Fitta simbologia di Immagini funzionali alla Propria Cultura Rappresentativa e di Identificazione Sociale.

 Da Evidenziare infatti,  sia per quanto concerne il proprio Stile e Significato, sono indubbiamente quelli associati alle regioni dell' Oceania. 

Ognuno dei quali ha caratteristiche distinte, strabilianti ed Uniche - nonostante alcune sommarie somiglianze con alcune cvilta e tribù passate. 

Tra questi, Famosi sono quelli Maori, Hagenshan, Giapponesi, Cinesi ed Inuit. 

Anche se, effettivamente, quasi ogni popolazione (con le proprie Esclusive Tradizioni), detiene i Propri Simboli e Significati decisamente Straordinari e di Grande Rappresentatività Socio-Culturale.
 
Nella regione europea nel nostro caso,  i tatuaggi ebbero anche un periodo di semi-negazione. Per poi essere successivamente reintrodotti dopo alcune controversie culturali e religioseche si protrassero fino al periodo delle  esplorazioni marine del Settecento. 

Alla fine dell'Ottocento infine,  l'uso dei tatuaggi trovò la sua diffusione anche nell' aristocrazia europea; mediante i famosi tattuatori di alto ceto sociale. 

Tra questi,  d' obbligo menzionare lo zar Nicola II ed il Sir Winston Churchill: che rivoluzionarono il concetto della Sua arte stessa tra le persone più privilegiate della società.

*Và notato, che il criminologo Cesare Lombroso, vissuto dal 1835 fino al 1909, collegò le raffigurazioni "mediante tatuaggio" a dei segno di personalità criminale - nell'età del positivismo.

E da qui, per un lungo periodo nel 1900, tuttavia, i tatuaggi non furono più visti come espressione di arte e libertà nella società occidentale, ma veneero associati al disordine morale. 

In questo frangente storico a causa di tale ideologia i tatuaggi iniziarono a diffondersi tra le classi inferiori: criminali, prigionieri e marinai, tanto da diventare un simbolo di vero crimine. 

E fù solo negli anni '60 e '80, con il diffondersi della controcultura, che i tatuaggi affascinarono chi sceglieva di stupire e posizionarsi come un'alternativa alla mentalità ordinaria. 

Come i punk e ciclisti.

Per i quali venne ideologizzato come espressione di ribellione e rabbia al mondo comune e che fece da apripista per una nuova era più aperta, più ricettiva e modernizzata dall' Esclusività.

Concludendo, possiamo dire che la successiva diffusione del tatuaggio dagli anni 80 in poi in tutti gli strati sociali e fra le persone più diverse , negli ultimi quarant'anni, relega tali singolari considerazioni criminologiche (indotte ed ipotizzate), a mera curiosità di tale piccola frazione storica.